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Vishing, la truffa del consenso rubato. Le banche devono rimborsare i risparmiatori truffati

Anche una semplice comunicazione di servizio può trasformarsi in una truffa. È il vishing, acronimo di voice phishing, un raggiro che avviene telefonicamente. L’associazione CODICI mette in guardia i consumatori attraverso un caso che vuole essere anche un richiamo alla responsabilità per le banche.


Stiamo seguendo la disavventura di un consumatore – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di CODICI – che è stato prima vittima di vishing e poi dell’atteggiamento scorretto della propria banca. Tutto nasce da un SMS con cui l’istituto gli comunica un tentativo fraudolento di accesso all’home banking. Passano pochi minuti e riceve una telefonata dal numero verde riconducibile alla banca da parte di un soggetto che si qualifica come operatore della stessa e lo informa dei tentativi di accesso non autorizzato sul suo account, per bloccare i quali avrebbe dovuto comunicare i codici di sicurezza che avrebbe ricevuto tramite SMS. Nel frattempo, un’email informa il nostro assistito di una serie di transazioni per un importo complessivo di circa 3mila euro. Fatta la denuncia ai Carabinieri, dopo 6 mesi arriva finalmente la risposta della banca alla richiesta di riaccredito. Con stupore e rammarico, il consumatore legge il rifiuto dell’istituto, che sostiene di non avere responsabilità. Un ‘no’ scorretto e inaccettabile. La banca, infatti, avrebbe dovuto verificare la sicurezza del numero verde intorno a cui ruota la truffa.

L’Arbitro Bancario Finanziario, in un caso analogo – sottolinea Giacomelli – si è espresso a favore del risparmiatore coinvolto, stabilendo che deve essere rimborsato. Più in generale, la Corte di Cassazione stabilisce poi che la banca è tenuta a risarcire il cliente se il prelievo non è riconducibile alla sua volontà e deve adottare misure idonee a verificare l’effettiva riconducibilità al cliente delle operazioni effettuate con strumenti elettronici. È quello che chiediamo all’istituto del nostro assistito, pronti all’azione legale per tutelarlo. Con l’occasione, invitiamo i consumatori a prestare la massima attenzione quando si ricevono telefonate da chi si presenta come un operatore della banca. È importante non comunicare dati sensibili. Nel caso di dubbi, si può chiedere un numero di telefono fisso rintracciabile da ricontattare, oltre alla qualifica dell’operatore. E poi è bene denunciare subito l’accaduto alle forze dell’ordine”.


Nel caso si incappasse in tale problematica, l’associazione può fornirvi assistenza contattando i numeri 02.36503438 o 351.7979897 oppure mandando una mail all'indirizzo codici.lombardia@codici.org.

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