Ennesimo stop allo sci, a causa della preoccupante diffusione delle varianti di Covid-19. Con meno di 24 ore di preavviso il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha riconfermato il no alla riapertura degli impianti sciistici fino al 5 Marzo, data di scadenza del DPCM del 14 Gennaio.
“La decisione è saggia, - dichiara Davide Zanon, segretario regionale di CODICI Lombardia - tuttavia, le tempistiche non lo sono affatto e sembrano non aver alcun rispetto per tutti quegli imprenditori che hanno lavorato duramente per riaprire i vari impianti, assumendo personale adeguato per garantire una ripartenza in sicurezza dello sci. Tutti i vari comprensioni e gli albergatori dei territori che vivono del turismo di montagna, hanno investito moltissimo per permettere una ripartenza dello sport in sicurezza e ora si ritrovano con un pugno di mosche in mano. Tale decisione è stata presa senza considerare le divisioni per colore delle Regioni; si sarebbero potute prevedere delle deroghe specifiche per quelle Regioni nelle quali il virus circola più lentamente come, ad esempio, la Lombardia.
I consumatori che hanno già effettuato le prenotazioni, chiaramente, dovranno essere rimborsati senza indugio ma - continua Zanon - riteniamo che debbano essere messe in campo misure di sostegno tempestive, da parte del Governo, agli imprenditori”.
Viste le ultime considerazioni fatte dal Cts c’è il timore che nemmeno allo scadere del prossimo DPCM la situazione possa migliorare, minando per il secondo anno consecutivo le vacanze sulla neve dei lombardi.
“Il Governo - conclude Zanon - deve intervenire con rimborsi immediati agli imprenditori, perchè non gravino su di loro scelte prese da altri, soprattutto, visto che stiamo parlando di una decisione presa a 12 ore dall’apertura degli impianti”.
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